Chi Sono

Cosa vuoi fare da grande?

È una domanda che non ricordo mi abbiano mai chiesto quando ero bambina. Forse perché in India, dove sono nata, il futuro non è scontato per tutti o forse perché non si poteva pensare in grande.
Eppure, già da quando stavo a scuola mi dilettavo a porre indovinelli agli altri compagni di classe. Uno in particolare lasciava tutti stupefatti. Cercate di risolverlo anche voi: vicino a un cerchio, su un pilastro, metà cerchio, cosa sono e dove sono.

Avete indovinato? È il fiume Po!!!

Il Po, la torre di Pisa, il vaticano, erano tutti luoghi su cui io come bambina fantasticavo. Era vero che il vaticano aveva 12 000 stanze?  Perché la torre di Pisa pendeva?  La domanda però che, mi stava più a cuore era (ed è tutt’ora): come faccio a prestare aiuto a tanta gente con le mie mani?

Quando scelsi di studiare Medicina e venire in Italia, capii che si stava realizzando un sogno, iniziato molto tempo prima con un piccolo indovinello letto da qualche vecchio giornale.
È stata una vocazione, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia svolta all’università La Sapienza di Roma, l’aver scelto di seguire una strada ‘alternativa’ alla medicina tradizionale. Infatti, studiando la medicina omeopatica (e specializzandomi in essa) ho scoperto che è veramente possibile aiutare la persona nella sua interezza. La medicina specialistica ha una grande ragione per la quale è stata istituita: per aumentare la qualità della medicina e per far in modo che i singoli problemi possano essere affrontati da più vicino. Molto spesso, però, si cade nel tranello di pensare che una volta che i singoli disturbi siano stati messi sotto controllo, la persona è completamente  guarita e sana. Io, però, ho sempre seguito la definizione dell’OMS (Organizzazione  Mondiale della Sanità) che afferma che la medicina “non è la semplice assenza di malattia, ma la presenza di un completo benessere fisico, psichico e sociale”.

È questo che cerco di ottenere ogni giorno, applicando un tipo di medicina più olistica. Cerco sempre di considerare il paziente come unico e come un tutt’uno. Il beneficio del paziente è il mio scopo, il raggiungimento di quel benessere psicofisico è il mio desiderio.


È così che da un indovinello, vivo tutt’ora il mio sogno di poter aiutare il mondo, persona per persona, con la mia scienza, conoscenza e consapevolezza.

Nessun commento:

Posta un commento